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acquista_ora_bigSe mai una donna ha dettato legge in Vaticano quella donna è stata Olimpia Maidalchini (1594 – 1657) che non a caso era chiamata “La Papessa” (ma per i romani era la “Pimpaccia”). Nella Roma di metà Seicento Donna Olimpia, nobile, avida, spregiudicata, avventuriera che condizionerà profondamente il papato di Innocenzo X (1644-1655), di cui è cognata avendo sposato il fratello del futuro pontefice. Al centro di pettegolezzi di ogni genere – tanto tra il popolo che tra i nobili e i prelati – Donna Olimpia ha egemonizzato il potere a Roma per oltre dieci, decidendo carriere civili ed ecclesiastiche e influenzato la stessa politica estera. Come nel caso della cosiddetta “Guerra di Castro”. Il Ducato di Castro, nel viterbese, era un piccolo e giovane “stato modello” ricavato da Paolo III (nel 1537) per la sua famiglia – i Farnese – ma all’interno dei possedimenti della Chiesa. Anche su istigazione della Maidalchini, il Ducato di Castro (al centro di una vertenza tra papato e Farnese già col pontefice precedente) viene attaccato e la sua capitale – Castro appunto – rasa letteralmente al suolo con un procedimento riservato nella storia a pochissime città. Le campane della sua cattedrale suonano ancora oggi da Sant’Agnese in Agone, in Piazza Navona, la chiesa posta accanto al palazzo dove viveva la Maidalchini e dove lo stesso Papa era nato. La durezza del suo carattere – capace di rubare dalla stanza del pontefice in punto di morte e di rifiutarsi di pagarne i funerali – ha dato la stura ad una serie di leggende nere che tanto leggende non sono…

Anno Produzione: 2011
Durata: 52’ circa

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1 commento

  • La cosiddetta “leggenda” della Papessa Giovanna potrebbe non essere una favola medievale. Da secoli e secoli il racconto di una donna salita al soglio pontificio nel IX secolo utilizzando il trucco di vestirsi da uomo viene spacciato per pura invenzione finalizzata a screditare la Chiesa. Secondo questo racconto, dopo due anni di pontificato Giovanna sarebbe stata scoperta a causa della nascita prematura del suo bambino avvenuta mentre stava guidando una processione per le vie di Roma, con conseguente lapidazione dell’autrice dell’impostura da parte dei fedeli che assistevano alla cerimonia.
    A distanza di circa milleduecento anni dal periodo in cui è collocata questa “leggenda”, Pietro Ratto – professore di Storia e Filosofia, giornalista e saggista – pubblica il suo “Le Pagine strappate” (edizioni Elmi’s World) – finalista al Premio Carver 2014 – in cui racconta il suo affascinante studio dell’edizione in volgare risalente al 1552 del Delle Vite de’ Pontefici di Bartolomeo Sacchi, detto il Platina, confrontandola con due edizioni successive della stessa opera: quella del 1562 (in latino) e quella del 1650 (in volgare). Dall’analisi dell’edizione del 1552, condotta su una copia sfuggita alla censura del Concilio di Trento, e dalla comparazione di questa con quelle successive, corrette dal Revisore e Direttore della Biblioteca vaticana Onofrio Panvinio, Ratto ricostruisce un complesso meccanismo di ri-numerazione dei papi Giovanni da Giovanni VIII, nell’edizione del 1552 identificato proprio nella Papessa, al Giovanni a cui originariamente il Platina attribuisce il numerale XXIV riferendosi a Baldassarre Cossa. Pontefice, quest’ultimo, che nelle due edizioni successive viene drasticamente retrocesso al numerale XXIII (e oggi ritenuto Antipapa) proprio per effetto della rimozione del Giovanni VIII (Giovanna) successore di Leone IV. L’elemento di maggior rilievo di questa ricerca, però, è costituito dalla scoperta di un complicato procedimento escogitato dai censori vaticani consistente nella correzione di date e di nomi di pontefici al fine di riassorbire i due anni di pontificato di Giovanna, da cancellare dalla storia soltanto perché attribuito ad una donna. Un meccanismo che di fatto assottiglia progressivamente la differenza tra la versione del 1552 e quella del 1650, a partire dall’anno della morte di Leone IV (855) fino al definitivo riallineamento delle due cronologie, raggiunto in occasione della consacrazione di Benedetto IX, verificatasi nel dicembre 1032.
    Da notare, infine, l’importante e inconfutabile prova che il saggio fornisce relativamente alla presenza del busto di Giovanna tra quelli degli altri Pontefici, ben visibile nel duomo di Siena ancora nel 1595. Un elemento molto importante, questo, dato che fino ad oggi anche questa particolare circostanza è sempre stata liquidata come l’ennesima falsità collegata alla Fabula e messa in circolazione dai soliti “eretici” protestanti.

    http://www.incontrostoria.it/Papessa.htm
    http://www.elmisworld.it/web/?portfolio=le-pagine-strappate
    http://www.sololibri.net/Le-Pagine-strappate-Pietro-Ratto.html
    http://www.icaffeculturali.com/0%20TAVOLINI%20RISERVATI/RATTO%20PIETRO/RATTO%20PIETRO.htm